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Opera omnia di Cesare Brandi

Carmine o della pittura

Pubblicato per la prima volta nel 1945, Carmine o della pittura inaugura la cosiddetta “tetralogia di Elicona” con un dialogo dedicato alla pittura. Brandi riconduce l’opera d'arte al concetto di forma, ricostruendone la genesi spirituale fino alla sua identificazione finale con la coscienza stessa. La riflessione dà luogo a un’analisi fenomenologica dell’atto creativo, che traccia l’origine dell’opera d’arte attraverso le due fasi centrali della “costituzione dell’oggetto” e della “formulazione dell’immagine”. La comprensione di questi concetti è essenziale per capire i criteri attraverso cui giudicare il valore dell’opera nell’atto critico. “Costituire” un oggetto significa estrapolarlo dalla sua dimensione spazio-temporale e ridurlo a immagine. Nell’oggetto “costituito” e nell’immagine “formulata” il legame con il reale è mediato e non ostacola l’evoluzione verso la figuratività dell’immagine. L’esperienza dell’arte e la formulazione del giudizio critico fanno così spazio, nelle pagine del Carmine, a una profonda meditazione filosofica.


Lisa Giombini è attualmente Ricercatrice in Estetica presso il Dipartimento di Filosofia, Comunicazione e Spettacolo dell’Università Roma Tre. Si occupa di estetica della musica e di filosofia del restauro e della conservazione del patrimonio culturale.

A cura di

Lisa Giombini

Introduzione di

Claudio Strinati

Anno di Edizione

2024

Editore

Edizioni di Storia e Letteratura

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